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Pene curvo

La curvatura del pene può essere sia di forma congenita che acquisita; nel primo caso si tratta di una malformazione presente dalla nascita che prende il nome di pene curvo congenito, ed è caratterizzata da un’asimmetria nello sviluppo dei due corpi cavernosi che formano l’asta.


Malattia di La Peyronie o Induratio Penis Plastica

grattacielo curvoLa malattia di La Peyronie, o Induratio Penis Plastica (IPP), è la causa più frequente di curvatura del pene acquisita. Si tratta di una patologia infiammatoria del connettivo della tunica albuginea ,(la guaina dei corpi cavernosi del pene), che determina la comparsa di placche fibrotiche anelastiche.

I sintomi tipici comprendono curvatura e accorciamento del pene, dolore e disfunzione erettile di severità variabile. Non ci sono conseguenze sulla funzione urinaria e sulla fertilità. Questa patologia colpisce circa il 9% degli uomini ed ha la massima incidenza tra i 50 e i 65 anni, ma può comparire anche in età giovanile.


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La causa della malattia di Peyronie è ancora oggi in larga parte sconosciuta; l’ipotesi più accreditata è che si tratti di una fibrosi circoscritta, conseguente all’infiammazione secondaria a microtraumi ripetuti a livello del pene. Questi microtraumatismi del tessuto connettivo erettile portano ad una reazione infiammatoria che non riesce a risolversi e a guarire normalmente. Il processo infiammatorio determina la proliferazione di alcune cellule chiamate fibroblasti che depongono a livello del pene tessuto fibroso, responsabile della formazione della placca.

La placca costituisce una limitazione all’elasticità del pene durante l’erezione determinando una curvatura verso il lato interessato.

Le dimensioni della placca possono variare da pochi millimetri a 2-3 centimeti; inizialmente la sua comparsa può provocare dolore locale che si accentua durante l’erezione, successivamente si manifesta un incurvamento del pene con angolo di curvatura proprio in corrispondenza della placca, con il tempo la placca stessa tende a calcificarsi raggiungendo una consistenza ossea .

Questa progressione è imprevedibile, generalmente si verifica nello spazio di diversi mesi, a volte più lentamente, in altri casi invece più rapidamente; è possibile che si formino nuove placche, in altre zone del pene, con una modificazione continua della curvatura e talvolta anche con un raddrizzamento dell’asta (quando la malattia, diffondendosi, determini delle contro-trazioni).

Con una certa frequenza la malattia si accompagna al diabete, alla gotta, all’ipertensione, all’aterosclerosi ed è spesso concomitante con altre patologie del tessuto connettivo. Un disturbo immunitario pre-esistente potrebbe spiegare come mai alcuni uomini sviluppano la malattia ed altri no.

Diagnosi della malattia di Peyronie

La diagnosi di malattia di La Peyronie viene effettuata in base a tre tipici aspetti: dolore, formazione di placche e recurvatum in fase di erezione. Il dolore si verifica in circa un terzo dei casi, ma si risolve quasi sempre spontaneamente alcuni mesi dopo l’esordio della malattia. Gli esami strumentali per effettuare la diagnosi sono l’ecografia peniene dinamica con studio eco-color doppler, RX diretta pene (in caso di dubbio ecografico sulla presenza di calcificazioni),insieme ad una anamnesi del paziente ed alla compilazione del questionario IIFE (Indice Iinternazionale Funzionalità Erettile)

Terapie della malattia di Peyronie

L’eziologia della malattia di Peyronie non è ancora molto conosciuta anche se recenti studi hanno dimostrato che il traumatismo del pene e il conseguente processo infiammatorio sono la causa più frequente della malattia; ma mancando ad oggi una sicura identificazione dell’origine, una terapia mirata con un solo rimedio diventa inattuabile.

Pertanto si dovrebbero evitare le “monoterapie” orientandosi invece verso le “terapie combinate” col fine di raggiungere percentuali di successo terapeutiche più elevate.

Esistono diversi tipi di trattamento per l’Induratio Penis Plastica , la scelta dipende dalle condizioni soggettive del paziente. Gli elementi da considerare sono la durata della sintomatologia, l’eventuale presenza di dolore, il grado curvatura peniena e la funzionalità erettile. Una volta individuata la zona di fibrosi, con l’esame obiettivo e con l’ecografia peniena, lo scopo primario del trattamento è quello di fermare lo sviluppo della patologia . È inoltre estremamente importante discutere le aspettative del paziente e della sua partner riguardo la cura. La terapia dell’IPP può essere medica e/o chirurgica.

Terapia medica della malattia di Peyronie

Attualmente la terapia non chirurgica dell’IPP comprende trattamenti suddivisibili in tre categorie:

  • Terapia farmacologia sistemica(somministrazione per os)
  • Terapia farmacologia locale (infiltrazioni peri o intraplacca).
  • Terapia con mezzi fisici (Iono-Iontoforesi, onde d’urto (ESWT)

Questi trattamenti hanno un razionale quando vengono impiegate nella fase iniziale della malattia per attenuare o bloccare quei fenomeni che portano alla formazione della placca.

Pertanto in caso di IPP in fase attiva la strategia terapeutica più appropriata è sicuramente un trattamento che comprenda antiossidanti associati ad altri farmaci antifibrotici.    

Gli attuali rimedi sono diversi e comprendono: Vitamina-E, Verapamil, Para-Amminobenzoato, Propoli, Silimarina, Gingko Biloba ,Carnitina, Tamoxifene, Interferone, Collagenasi, anticianosidi del Mirtillo, Pentossifillina, Iono-Idroforesi, terapia con onde d’urto (ESWT).

I farmaci da utilizzare dovrebbero essere sostanze che già sono state testate clinicamente con buoni risultati. Fino a qualche anno fa è stato usato il Verapamil, somministrato per iniezione due volte al mese + Ionoforesi  in combinazione con agenti antiossidanti (propoli, vitamina E, flavonoidi, ecc.). Ultimamente studi pubblicati indicano la Pentossifillina come sostanza in grado di ridurre sensibilmente il volume della placca e l’incurvamento.Il farmaco ha un’azione anti fibrotica dovuta all’inibizione di un particolare “ormone” (il TGF ß1), implicato nell’attivazione dei fibroblasti e nella produzione di collagene;è un farmaco ad azione inibitoria sull’enzima fosfodiesterasi deputato alla disattivazione dell’ossido nitrico (NO), un potente mediatore della vasodilatazione, ha pertanto un’azione vasodilatante e favorisce in generale la circolazione sanguigna. L’azione vasodilatante della Pentossifillina è particolarmente utile nei pazienti con malattia di Peyronie e concomitante disfunzione erettile, dato che favorisce l’afflusso di sangue al pene durante l’erezione. La Pentossifillina è infatti un “parente stretto” di farmaci più famosi come il sildenafil (viagra) o tadalafil (cialis), utilizzati nella terapia dell’impotenza. Ugualmente la Propoli, Silimarina, Mirtillo e Ginkgo Biloba hanno dato risultati positivi nei trial clinici per la cura dell’ IPP.

I migliori risultati terapeutici si sono ottenuti solamente con la somministrazione congiunta di più farmaci e  quando le cure hanno avuto una durata di almeno 6/8 mesi, ma ciò è facilmente spiegabile dato che l’IPP è una malattia cronica.

Il trattamento chirurgico è indicato quando i pazienti non hanno risposto favorevolmente al trattamento conservativo medico e comunque solamente in caso di “stabilizzazione” della malattia e associata a condizione di impossibilità di penetrazione (per la curvatura molto pronunciata o per grave disfunzione erettile).

TERAPIA MULTIMODALE: Pentossifillina associata ad altri antiossidanti in pazienti con Malattia di Peyronie. Risultati di uno studio controllato Paulis et al. ” Pentoxifylline Associated with Other Antioxidants (Multimodal Therapy) on Patients with Peyronie’s Disease. Results of a Controlled StudyAndrology 2014 3:2

G Paulis,* R D’Ascenzo,† P Nupieri,† G De Giorgio,‡ G Orsolini,† T Brancato,† and R Alvaro§ “Effectiveness of antioxidants (propolis, blueberry, vitamin E) associated with verapamil in the medical management of Peyronie’s disease: a study of 151 cases. Int J Androl. 2012 Aug; 35(4): 521–527.

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